A Londra è in corso una trasformazione urbana con la crescente presenza di grattacieli moderni. Questo processo di sviluppo cambia il volto della città, sollevando interrogativi sulla conservazione del paesaggio storico. Vediamo quali soluzioni sono state proposte a Londra nel tentativo di bilanciare innovazione e tradizione, in particolare la norma che decide come vengono costruiti i grattacieli a Londra: St Paul's Heights policy.
Londra verticale
Londra, un tempo caratterizzata da ville unifamiliari, case a schiera e residenze di pochi piani intorno a giardini, si è rapidamente trasformata, con la costruzione di numerosi grattacieli, in una moderna metropoli. Questo cambiamento le è valso il soprannome di “Manhattan sul Tamigi”.
Tuttavia, come molte altre città europee, il centro di Londra conserva un nucleo storico in cui gli edifici alti non si integrano facilmente con il paesaggio circostante e molto spesso i grattacieli moderni, più alti degli edifici storici, finiscono per ostruire la vista e alterare l'armonia della città.
Per questo motivo, al fine di preservare il carattere storico e visuale della capitale, esistono regole specifiche che determinano dove e come possono essere costruiti i grattacieli a Londra.
La linea di vista protetta
Negli anni Trenta, in un momento in cui altre città come New York stavano assistendo a una rapida crescita della costruzione di grattacieli, Londra doveva si trovava ad affrontare un dilemma. Da un lato c'era la necessità di svilupparsi e di competere con le altre metropoli del mondo, dall'altro c'era la volontà di preservare la vista alla seconda cattedrale più grande del mondo, dopo la Basilica di San Pietro in Vaticano, la Cattedrale di San Paolo.
A questo proposito, il sistema di pianificazione urbana è stato chiamato St Paul's Heights policy ed è stato essenzialmente un piano regolatore creato per proteggere la visibilità storica e culturale dei punti di riferimento più significativi di Londra. Il progetto sostenuto dal London View Management Framework prevede la creazione di “protected view corridors" (corridoi visivi) che uniscono i diversi punti di vista della città, impedendo alle nuove costruzioni di compromettere la visibilità del paesaggio urbano.
Questa norma delle protected views (vedute protette) è diventata una parte cruciale della pianificazione urbana limitando l'altezza degli edifici che possono essere costruiti in alcune aree, rispettando le cosiddette St Paul's Cathedral height restrictions, ovvero le normative che impediscono che nuove costruzioni alterino la visibilità della St Paul’s Cathedral e di altri punti panoramici chiave della città. Se la costruzione di un grattacielo dovesse compromettere una di queste viste protette, potrebbe essere respinto o modificato.
Lo skyline attuale di Londra
Naturalmente, tutti questi calcoli urbanistici hanno ripercussioni nella realtà. Alcuni sostengono che gli edifici della City di Londra stanno crescendo con una certa incoerenza, generata da una combinazione di norme visive e dalla crescente domanda del mercato immobiliare, infatti entro il 2030 lo skyline di Londra dovrebbe essere dominato da una nuova generazione di grattacieli, tra cui 2 Finsbury Avenue, 6-8 Bishopsgate, 55 Bishopsgate e molti altri.
La progettazione e la costruzione dei grattacieli, pur essendo regolamentate, sono anche guidate dalle "necessità di mercato" che a volte spingono verso soluzioni architettoniche che sfidano la coerenza urbana. Ad esempio, la costruzione del 20 Fenchurch Street, conosciuto come The Walkie-Talkie ha suscitato molte discussioni per la sua forma “incoerente” con l'architettura circostante, proprio per le limitazioni imposte dalla St Paul's Cathedral height restrictions. Originariamente il grattacielo doveva essere alto circa 200 metri, ma la sua altezza è stata ridotta a causa dell'impatto d'immagine della sua vicinanza alla Cattedrale di St Paul.
Un altro esempio è lo Shard, inaugurato nel 2012 è l'edificio più alto del Regno Unito, che si trova proprio all'interno di una di queste aree protette e la cui costruzione, dopo un lungo dibattito, è stata accettata perché non oscura completamente la vista della cattedrale, pur alterandola. Esiste quindi una certa elasticità di pianificazione che permette ai costruttori di spingersi oltre i limiti, talora fino al punto di mettere in discussione la coerenza architettonica.
Il dibattito sui grattacieli a Londra
Gwyn Richards collabora con la City Corporation, responsabile della progettazione della città di Londra, ed è piuttosto critico nei confronti dell'attuale skyline londinese, che descrive come un “incoherent riot”, particularly when seen from cherished vantage points such as Westminster Bridge. “It would be fair to say that, over time, we fumbled into the cluster,” he adds. “Now it’s time for clarity on the skyline.” (“Un disordine incoerente”, soprattutto se visto da punti di osservazione cari come il ponte di Westminster. “Sarebbe giusto dire che, nel corso del tempo, abbiamo inciampato nell'ammasso”, aggiunge. “Ora è giunto il momento di fare chiarezza sullo skyline”.)
Il dibattito "sull'espansione in alto" della City di Londra è acceso, non solo a livello urbanistico ma anche a livello sociale. È in aumento il numero di cittadini che si interrogano sul senso di alimentare un mercato immobiliare dominato dalla speculazione, che continua a puntare sulla costruzione di nuovi grattacieli e uffici, come se la città dovesse necessariamente competere con metropoli come New York, Tokyo o Hong Kong.
Un approccio più equilibrato
Naturalmente, parte del fascino di Londra risiede nel suo equilibrio tra antico e moderno; è una città che si sforza di convivere con la sua storia e di abbracciare il futuro. Ma c'è chi pensa che ci sia una soglia da non superare. Abbattendo tutti gli edifici del dopoguerra, si rischierebbe di perdere capolavori come il Barbican Estate. Già troppi edifici storici sono stati demoliti e sostituiti da anonimi blocchi di torri di vetro, spesso destinati a rimanere in gran parte vuoti perché non rispondono alle esigenze abitative della città, ma alla crescita degli investimenti internazionali nel mercato immobiliare.
Una possibile soluzione potrebbe essere quella di rallentare la corsa alle nuove costruzioni nella City e concentrarsi invece su un processo di decentramento, incoraggiando la mobilità dei posti di lavoro in altre zone della città.
Un futuro sostenibile per Londra richiede scelte ponderate: salvaguardare l'identità storica della città e ridistribuire le opportunità economiche in tutta la città. In questo modo la metropoli potrà essere più equa, vivibile e inclusiva.