La parola del 2024 secondo l'Oxford University Press, editrice dell'Oxford English Dictionary

Ogni anno, la celebre casa editrice inglese sceglie la parola che ha caratterizzato i dodici mesi precedenti. La parola del 2024, curiosamente, non è un neologismo. È stata usata per la prima volta nel 1854.

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Word of the year 2024

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Come ogni anno dal 2004, i lessicografi e gli esperti della rinomata casa editrice inglese Oxford University Press analizzano i dati di utilizzo e le tendenze della lingua inglese per individuare le parole e le espressioni che hanno caratterizzato i dodici mesi precedenti. Da questa analisi nasce la Word of the year. Nel 2024, questo onore è andato a un termine sfortunato: “brain rot”.

brain rot LA PAROLA inglese DELL'ANNO 2024

Nell'elezione della parola dell'anno secondo la Oxford University Press, votano 37.000 lessicografi, specialisti nella redazione e nello studio dei dizionari, in questo caso della lingua inglese. La missione di questi esperti è, come spiega l'editoriale: “[to] decide on words that reflect the ethos, mood, or preoccupations of a particular year, and which have potential to provide a snapshot of social history through language” (scegliere le parole che riflettono l'ethos, lo stato d'animo o le preoccupazioni di un particolare anno e che possono fornire un'istantanea della storia sociale attraverso il linguaggio).

Cosa significa brain rot

Il Presidente di Oxford Languages ha definito il termine come:

"the supposed deterioration of a person’s mental or intellectual state, especially viewed as the result of overconsumption of material (now particularly online content) considered to be trivial or unchallenging."

 

In italiano si può tradurre come “marcescenza del cervello”, che si riflette nel trascorrere troppo tempo a consumare contenuti di bassa qualità, soprattutto sui social network.

Gen Alpha

Ti è mai capitato di perdere completamente la cognizione del tempo mentre scrolli all'infinito su TikTok o Instagram? Quella sensazione di navigare in un mare di video che non ti portano da nessuna parte? Ti suona familiare? Questo fenomeno è particolarmente comune su TikTok, dove tra la Generazione Z e soprattutto la Generazione Alpha, nata dal 2010 in poi e la prima a crescere completamente immersa nell'era digitale, il marciume cerebrale o brain rot è diventato un tema ricorrente. In realtà, riflette una sorta di ironica autocoscienza da parte dei più giovani, che riconoscono l'impatto negativo dei meme, della cultura di internet, dell'“engagement” digitale e del consumo di contenuti mediatici.

Finalisti per la parola dell'anno 2024 dell'Oxford University Press

Il termine brain rot ha battuto altri cinque finalisti della lista della Oxford University Press. Questi includono: demure (che descrive una persona riservata o dall'aspetto pudico, e un abbigliamento non appariscente o rivelatore), romantasy (un genere letterario che mescola romanticismo e fantasy, diffuso su piattaforme come BookTok), dynamic pricing (la pratica di regolare i prezzi di prodotti o servizi in base alle condizioni di mercato, particolarmente controversa nella vendita di biglietti per concerti), lore (che si riferisce alla tradizione o al folklore e, nel contesto dei videogiochi, include la storia e i personaggi che costituiscono l'universo fittizio del gioco) e slop (contenuti di bassa qualità generati dall'intelligenza artificiale, condivisi massicciamente online).

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