Tune into English: Midnight Oil's Beds are Burning

Nel 1987 il gruppo di Sidney raggiunse la fama mondiale con questa canzone dal forte carattere politico, che reclamava giustizia per l’oppressione e le sofferenze inferte agli aborigeni australiani.

Bandera UK
Sarah Davison

Speaker (UK accent)

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Midnight oli april 23 shutter

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In 1985, Australia’s Uluru (formerly known as Ayers Rock) was returned to the First Nations people. Around that time, Peter Garrett, the politically-active vocalist of Australian rock band Midnight Oil, visited an exhibition on the theme of fascism in Italy during the Second World War. He was told that partisans often used the phrase “How could you sleep when beds are burning?” and saw similarities with the fate of displaced indigenous tribes in his native Australia. 

Beds Are Burning is a plea for justice that was written while the band toured Australia’s desert and island communities, performing with local musicians. Described as a song about the nation’s greatest shame, the lyrics paint a vivid picture of the desolate life lived in the Outback. The song is almost entirely in the present simple, and centred on that one recurring rhetorical question. 

Understood to be one of Australia’s greatest protest songs of the last fifty years, Beds are Burning was released just months before the country’s 1988 bicentenary celebrations, becoming an unofficial alternative anthem. Midnight Oil performed it at the closing ceremony of the Sydney Olympic Games in 2000, with the word “Sorry” printed on their clothes. Eight years on, the Australian government finally issued a formal apology to Aboriginal and Torres Strait Islander peoples for “the laws and policies of successive Parliaments and governments that have inflicted profound grief, suffering and loss on these, our fellow-Australians.” In 2009, a star-studded cast re-recorded the song, this time to highlight the climate emergency before United Nations talks.

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Questo articolo appartiene al numero April 2023 della rivista Speak Up.

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